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Antonio Salines e il dolce peso di 50 lunghi anni del Suo Teatro Belli!

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Una bella serata e teatro,una vera lezione con un maestro d’arte come Antonio Salines, felice di aver raccolto il suo invito fremo un po’ seduta in platea; scorrono veloci  nel tempo i ricordi di quando ragazzina ebbi l’opportunità di averlo come maestro di recitazione e vedendolo in scena nella sua interpretazione del gobbo di Notre Dame de Paris di Victor Hugo ,ho continuato idealmente  a studiare; una scena vestita solo di una scala, un baule, un drappo rosso e dal talento e la maestria di Antonio Salines.
A fine spettacolo come di rito, il saluto nei camerini e l’abbraccio nel ricordo di allieva e di figlia, perché fu proprio Antonio che riportò sulla scena teatrale, mio padre e credo sia stato l’ultimo regista che ci sia riuscito.Impossibile in quelle frange di tempo del dopo teatro, esaurire gli argomenti, e dunque parlare di progetti futuri e celebrare  i 50 anni di storia del Belli e quindi decidiamo di ritrovarci qualche giorno dopo...

Un pomeriggio invernale in una Roma di sole, all’insegna della memoria ,della nostalgia e della visione propositiva del futuro; negli occhi lucidi del maestro appaiono come d’incanto i 50 anni dello Storico Teatro Belli, pancia e cuore pulsante di uno dei quartieri più caratteristici di Roma: Trastevere.


La tristezza compare nel suo sguardo quando i conti devono quadrare e arrivano le stagioni più fredde ed in salita, quando le istituzioni volutamente sorde, non rispondono.

Il taglio dei fondi per i teatri sotto i duecento posti sono un offesa alla cultura e a chi ha fatto della propria vocazione la sua ragione di vita, per questo Antonio Salines e ‘un po’ deluso; dal 1969 si prende cura come se fosse  un figlio, del teatro Belli e  se potessero parlare le mura ,racconterebbero molto dei  grandi artisti che si sono esibiti su quelle tavole di palcoscenico, come esempi basta citare Petrolini e Lina Cavalieri.

Antonio tiene molto ad alcuni spettacoli già programmati perché hanno dei raccordi importanti con la storia stessa del teatro è così spiega:
“In occasione dei cinquanta anni di apertura il Teatro Belli, rende omaggio a Silvano Ambrogi portando in scena in prima nazionale,  “Neurotandem” con la mia regia con Eleonora Zacchi e Riccardo De Francesca.
Silvano Ambrogi, Roberto Lerici ed io siamo i capisaldi  della storia del teatro Belli. E' con lo spettacolo “Roma March” proprio di Silvano Ambrogi venne inaugurata la prima stagione del Teatro.”- Le nevrosi e le manie quotidiane sono protagoniste dello spettacolo “Neurotandem” scritto da Silvano Ambrogi nel 1968 e riproposto da Eleonora Zacchi e Riccardo de Francesca per la regia di Antonio Salines, che per primo recitò questa prosa, scritta appositamente per lui e Magda Mercatali.
“Ho conosciuto Ambrogi -continua Salinas- alla fine degli anni 60 quando faceva il primo cabaret a Roma con Maurizio Costanzo, Magda Mercatali e Pippo Franco. Già allora Ambrogi, era autore teatrale di successo, perché  aveva rappresentato da poco la sua prima al Piccolo di Milano “ I Burosauri” con Ernesto Calindri. Fu in questo periodo che chiesi ad Ambrogi di scrivere una commedia per me e Magda Mercatali ”Neurotandem”
Il testo “Neurotandem” del 1968, risulta ad oggi di estrema attualità. Una coppia in crisi, che non riesce più a fare l'amore, immersa nella routine e nella nevrosi quotidiana. Come due adolescenti alle prese con le proprie insicurezza, si sorprendono a rincorrere ricette orientali, feticismi e perversioni letterarie. Nel gioco della seduzione in modo brillante e divertente emergono tematiche attuali come l'ansia per cercare un lavoro, il timore di essere invasi, l'attenzione ai cibi sani e genuini. Non si può partire per un nuovo viaggio se prima non si è fatto l'amore. Ma se il futuro diventa un gioco troppo serio  alla fine si decide di non partire più. ...

IMG 4961Antonio Salines, si lancia indietro nel tempo e ricorda i primi passi della sua carriera accanto a Carmelo Bene, quando usciti dall’Accademia costituirono una delle prime compagnie libere, denominata “I ribelli” .”
 
“Volevamo fare il Caligola di Camus ma non avevamo una lira” - dichiara Antonio  Salinas - “lavorammo tra alti e bassi ,tra eccessi, insuccessi e  successi, ma Carmelo Bene sapeva come fare e riuscimmo a debuttare, in platea avevamo Rossellini che credeva molto in Lui e tra i fischi e le botte che gli promettevamo i colleghi che gli contestavano  il suo modo di recitare ,perché  fuori dagli schemi! Riuscivamo a Portare un po’ di pane a casa!...”

Altra meravigliosa esperienza quella che maturai con Gassman con la compagnia Adelchi e poi la tv con i grandi sceneggiati ,bei tempi, ma questo teatro mi ha rapito, eravamo destinati, sono arrivato al momento giusto perché lo stavano demolendo, appena in tempo, per un soffio l’ho salvato, minacciai di comunicare alla stampa che stavano distruggendo uno dei teatri più importanti d’Italia, era come un salotto, addirittura con i palchetti! 

Riuscii nel mio intento, ma mi assunsi la responsabilità della ristrutturazione”… -continua Salinas- “Mi colpi’ un disegno di Prampolini (storico pittore)e lo usai per la locandina e la pubblicità del teatro per  l’inaugurazione del 1972, l’immagine raffigurava un burattinaio che si portava sulle spalle un teatrino ed è proprio la metafora della mia vita, ho questo impegno da tutta la vita, un teatro sulle spalle!”-“ho avuto dei seri momenti di crisi, rischiando più volte la chiusura, ci sono state difficoltà che credevo insuperabili, andavo in banca a chiedere prestiti di un milione di vecchie lire;Amici artisti e non mi hanno sostenuto, come fece tuo padre che arrivo’ in un momento nel quale ero disperato e mi aiutò!Ed ora con questo decreto che ci taglia le mani come si fa?giusto a noi piccoli storici teatri dovevano togliere il contributo di quarantamila euro?
 
È un appassionato ed emozionato Salines che chiede giustizia e riconoscimento per la categoria speciale dei portatori di emozioni e della cultura e degli esercenti teatrali, ringrazia tutte le persone più vicine come  l’attrice Magda Mercantali, Gianmaria Volonte’, Silvano Ambrogi, Flavio Bucci, Francesca Bianco, Roberto E Giancarlo Lerici  che negli anni hanno collaborato ed agito per difendere la  Bella e consolidata realtà  di un teatro  tra i più storici d’Italia.
Lunga vita al  teatro Belli! Grazie Maestro!

La stagione teatrale continua...seguitela su www.teatrobelli.it   

W il teatro!
Alma Manera