FATTORE BETA | TESTIMONE D’ACCUSA

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Il tema del giallo si sa è molto affascinante, se poi a scriverlo è una delle penne più importanti del genere allora il successo è assicurato.

Si parte dunque dalla maestra per eccellenza ad approcciare lo spettacolo in scena al teatro Quirino e diretto dal suo padrone di casa Geppy Glejeses. Testimone d’Accusa è infatti il titolo in cartellone fino a domenica 29 gennaio.

Dico si parte perché il viaggio è meravigliosamente articolato in tutte le sue sfaccettature. La scenografia ci porta in una perfetta aula di tribunale, quelle classiche, imponenti, tutte di legno, dove dall’alto incombe un giudice imparruccato in perfetto stile inglese mentre, in basso, uno stenografo raccoglie le testimonianze di chi si trova alla sbarra battendo sui tasti di una macchina stenografica originale del 1948.

Nonostante la pièce risalga al 1958, io personalmente mi sono immaginata che tra gli scranni comparisse da un momento all’altro Perry Mason, negli anni 70 l’avvocato tv più famoso d’America, interpretato dal grande Raymond Burr.

Tuttavia il cast dello spettacolo non è da meno. Io ho assistito all’ interpretazione di Glejeses nei panni dell’avvocato, sir Wilfrid Robarts, difensore, anche se il ruolo appartiene a Giorgio Ferrara, e pure eccezionale è la performance dell’imputato, un Giulio Corso in grande spolvero dai tempi degli esordi nel musical Rapunzel e della fortunata serie televisiva Il Paradiso delle Signore, dove nella prime due edizioni in fascia pomeridiana era uno dei protagonisti.

Corso approda al Quirino dopo la sua esperienza cinematografica internazionale accanto a Jean Reno nel film Promises di Amanda Sthers ed è perfettamente calato nei panni, indossati ai tempi nientemeno che da Tyron Power, del giovane marito dalle dubbie attitudini.

Star indiscussa nel ruolo che fu della straordinaria Marlene Dietrich una perfetta Vanessa Gravina la quale, pur prestata alla tv, sul palcoscenico ritrova lo smalto mai scalfito di attrice consumata. Raccontare la trama in questa sede è inutile visto che chi già conosce la storia per averla letta oppure vista al cinema, anni fa ma pure sulle repliche del piccolo schermo, conosce il finale mentre chi non è mai incappato nel racconto deve potersi godere la suspence nella quale la Christies riesce ad avvolgere i protagonisti come in una nebbia fitta.

Di certo il ritmo è talmente incalzante e la bravura di tutto il cast decisamente innegabile che la soddisfazione dello spettatore è garantita. In un momento storico dove la spinta verso l’innovazione sembra costante tanto quanto inarrestabile, godere di uno spettacolo tradizionale, proposto in chiave tradizionale, con gli attori che hanno ancora fiato e tecnica da non dover indossare un microfono ad archetto, è un privilegio da non sottovalutare.

About Post Author

Roberta Beta

Roberta Beta è diventata personaggio pubblico nel 2000 grazie alla sua partecipazione alla prima edizione del padre di tutti i reality show IL GRANDE FRATELLO. È giornalista, speaker radiofonica e opinionista televisiva. Cos'è Fattore Beta? https://bit.ly/3LngFd4
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