I cani custodi

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Non solo amici a quattro zampe ma veri eroi dell’estate!

Volge quasi al termine una nuova estate italiana in cui i protagonisti indiscussi sono stati i fedeli amici a quattro zampe, i cani da salvataggio in mare come Mya, Mira ed Eros che ad agosto 2021, in un solo giorno, hanno salvato 14 persone dalle tempestose acque del mare di Sperlonga. Eroiche le Unità Cinofile della Scuola Italiana Cani Salvataggio che, con i loro conduttori, dedicano l’estate alla sicurezza di tutti coloro che scelgono di trascorrere delle spensierate giornate sulle spiagge della nostra penisola. 

Scelta da premiare quella dei numerosi Comuni “di mare” che hanno fortemente richiesto e accolto la presenza di queste squadre a 4 zampe. Un’idea di pronto intervento relativamente moderna che nasconde dietro simpatici musi un’importante formazione, volta non solo ad apprendere le tecniche di salvataggio ma a far nascere una vera complicità tra uomo e animale. 

Gli anni di servizio e le avventure che si vivono creano nel tempo storie uniche, commoventi e affascinanti come quella di Betty, dolce terranova di 11 anni, e del suo amico, il signor Valter Miani che ha deciso di rispondere ad alcune semplici domande per rivivere insieme a noi i loro ricordi e spiegarci cosa significhi essere una unità cinofila SICS! 

“Premetto che proverò a rispondere alle domande nella maniera più concisa e chiara possibile, sul rapporto con Betty potrei scrivere un libro.”

– Da quanto dura questa profonda amicizia tra lei e Betty?

“Betty è nata il 16 novembre 2010 ed è entrata a far parte della mia vita nel marzo 2011, con la ferma intenzione di fare attività in acqua.”

– Quando e come è nata la passione per il salvataggio in acqua?

“Io sono sempre stato un amante del mare ed in generale delle attività acquatiche! Sin da bambino ho fatto nuoto agonistico e poi ho ottenuto vari brevetti: sub, assistente bagnante, soccorritore con moto d’acqua FIN, patente nautica vela e motore.”

– Qual è il ruolo di un cane da salvataggio?

“Il cane nella tecnica di salvataggio ha un ruolo importantissimo, per questo veniamo chiamati “unità cinofila”. La compensazione tra uomo e cane è continua e non si potrebbero effettuare le varie attività se non ci fosse sincronismo tra i due.

Il cane ha il principale compito di riportare a riva sia il compagno che tutte le persone che sono state da lui soccorse. La mansione è importantissima perché soccorrere una o due persone in acqua, ad una distanza fino a 250 mt dalla riva, richiede uno sforzo notevole che a volte fa venire meno la possibilità di ritornare a riva vincendo le forze della natura: correnti, onde, vento… quindi al rientro ci si affida quasi completamente al cane, il quale sa perfettamente cosa fare e dove andare seguendo il suo istinto. 

A volte gli interventi vengono eseguiti in collaborazione con le Forze dell’Ordine, in particolar modo la Guardia Costiera, con l’uso di mezzi nautici o elicotteri.”

 

– Quali sono le fasi dell’addestramento del binomio cane-conduttore?

“L’addestramento del cane in effetti è una scuola per il conduttore, al quale viene insegnato ad interagire con il suo cane ed insieme effettuare determinati esercizi via via più impegnativi, prima a terra e poi in acqua. Il tutto vissuto dal nostro fedele amico sempre come un gioco! Generalmente il periodo di addestramento dura circa un anno, poi dipende dall’impegno messo dal conduttore nel seguire il cane ed anche dal cane stesso.”

– Vi è un esame finale? In cosa consiste?

“Concluso il periodo di addestramento, bisogna superare l’esame (molto più gravoso per il conduttore che per il cane) nel quale bisogna dimostrare ottime doti di acquaticità, resistenza e velocità in acqua. Nell’esame, naturalmente, ci sono prove di recupero in acqua di persone sia collaborative che agitate o anche svenute e già sommerse con relativa ricerca sott’acqua. Il cane, nel frattempo, sa esattamente cosa fare: attendere che il conduttore finisca le operazioni di recupero stando a debita distanza per non intralciarlo ma rimanendo pronto a rispondere al suo richiamo. Appena sente la presa da parte del conduttore, il cane si dirige immediatamente verso riva seguendo la strada meno faticosa, quindi non sempre la più breve.

Ci sono anche prove di recupero battelli o materassini con persone che, spinte dal vento o dalla corrente, non riescono a tornare a riva e vengono soccorse solamente dal cane, inviato dal suo conduttore.”

– Quanto è impegnativa questa attività per entrambi?

“Essendo l’esame ripetuto annualmente, ad inizio stagione, risulta essenziale mantenere in forma ed allenati sia il conduttore che il cane durante tutto l’anno. Dunque richiede impegno e costanza.”

– Che riscontro hanno i cani da salvataggio da parte dei bagnanti e dei gestori delle spiagge? 

“Quando l’unità cinofila si presenta in spiaggia richiama sempre attenzione, generalmente positiva, soprattutto da parte dei bambini, più raramente di intolleranza. Fortunatamente le persone cominciano a conoscere il lavoro che effettuano i cani con i loro conduttori e quindi  accettano volentieri la loro presenza sul litorale.”

– In ultimo, un messaggio che vuole lasciare a tutti i nostri lettori, a chi ha intenzione di intraprendere questa strada con il proprio fedele compagno.

“L’esperienza di questa attività fa conoscere aspetti del carattere di questi animali altrimenti impossibili da scoprire. Nonostante sia un’attività non sempre compresa dal prossimo, arricchisce l’animo di chi la effettua, oltre misura.”

Un sentito ringraziamento a Valter e Betty per la loro testimonianza ed un grazie speciale a tutti coloro che sono stati, sono e saranno i nostri “cani custodi”!

di Francesco Roberto Innocenzi

About Post Author

Francesco R. Innocenzi

Mi chiamo Francesco Roberto Innocenzi, sono nato a Roma e studio Giurisprudenza. Dall’età di 14 anni mi impegno nel sociale e, fedele ai principi dell’etica, mi appassiona promuovere la Cultura in ogni sua forma!
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