Le riflessioni di Don Luigi Trapelli | Alleluia il Signore è risorto!

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Alleluia il Signore è risorto!
Rallegratevi, gioite!

Come è bella la liturgia del giorno di Pasqua che significa passaggio e che riprende il passaggio del popolo ebreo dal Mar Rosso!
Ma per noi cristiani il vero passaggio è quello dalla morte alla vita di Cristo e il nostro passaggio da essere persone schiave dei propri idoli ad essere se stessi, come Cristo ci ha insegnato.

“Quel Gesù che voi avete crocifisso, Dio lo ha risuscitato, noi ne siamo i testimoni”: la fede nasce da queste semplici ma sconvolgenti parole.
I capi dei giudei avevano previsto tutto, avevano messo una grossa pietra davanti al sepolcro e le guardie, ma non avevano previsto il fatto della risurrezione.

Se noi credessimo maggiormente nel Cristo risorto!

Il cristianesimo non è prima di tutto una morale, ma è l’annuncio più sconvolgente e positivo.
Uno ha vinto la morte, uno ha ribaltato la pietra dal sepolcro.
Se tutti i vari progetti e le varie idee si infrangono di fronte al tema della morte, la Pasqua ci apre questo orizzonte nuovo.
Che fatica essere credenti, ma che fatica essere anche non credenti, laddove dobbiamo riconoscere i continui segni della presenza del Signore nella nostra storia e scoprire che la vera felicità la troviamo solo in Dio.
Come è difficile vivere e crescere sapendo che la mia vita durerà solo qualche anno e che dopo non ci sarà nulla!
Come è diversa la vita di coloro che credono che Gesù risorto cammina oggi in ogni persona!
Ma allora quale passaggio siamo chiamati a compiere nell’oggi?
Il primo passaggio fondamentale è quello di capire che viviamo insieme con gli altri e che non siamo solo noi il mondo. E’ accorgersi che dovremo parlare sempre più in futuro con il termine noi e non solo pensando all’io.
Un secondo aspetto è quello di passare da persone che parlano per sentito di

Alleluia il Signore è risorto!
Rallegratevi, gioite!

Come è bella la liturgia del giorno di Pasqua che significa passaggio e che riprende il passaggio del popolo ebreo dal Mar Rosso!
Ma per noi cristiani il vero passaggio è quello dalla morte alla vita di Cristo e il nostro passaggio da essere persone schiave dei propri idoli ad essere se stessi, come Cristo ci ha insegnato.
“Quel Gesù che voi avete crocifisso, Dio lo ha risuscitato, noi ne siamo i testimoni”: la fede nasce da queste semplici ma sconvolgenti parole.
I capi dei giudei avevano previsto tutto, avevano messo una grossa pietra davanti al sepolcro e le guardie, ma non avevano previsto il fatto della risurrezione.

Se noi credessimo maggiormente nel Cristo risorto!
Il cristianesimo non è prima di tutto una morale, ma è l’annuncio più sconvolgente e positivo.
Uno ha vinto la morte, uno ha ribaltato la pietra dal sepolcro.
Se tutti i vari progetti e le varie idee si infrangono di fronte al tema della morte, la Pasqua ci apre questo orizzonte nuovo.
Che fatica essere credenti, ma che fatica essere anche non credenti, laddove dobbiamo riconoscere i continui segni della presenza del Signore nella nostra storia e scoprire che la vera felicità la troviamo solo in Dio.
Come è difficile vivere e crescere sapendo che la mia vita durerà solo qualche anno e che dopo non ci sarà nulla!
Come è diversa la vita di coloro che credono che Gesù risorto cammina oggi in ogni persona!
Ma allora quale passaggio siamo chiamati a compiere nell’oggi?
Il primo passaggio fondamentale è quello di capire che viviamo insieme con gli altri e che non siamo solo noi il mondo. E’ accorgersi che dovremo parlare sempre più in futuro con il termine noi e non solo pensando all’io.
Un secondo aspetto è quello di passare da persone che parlano per sentito dire, a persone capaci di ragionare con la propria testa, perché a volte noi crediamo troppo a ciò che ci viene offerto dalla televisione e dai mezzi di stampa, senza poterlo analizzare con libertà.
Ma il terzo passaggio è decisivo ed è lo smettere di metterci delle maschere addosso, per diventare sempre più noi stessi.
Molti giovani e adulti rischiano di avere varie maschere a seconda degli ambienti dove vivono, ma questo non aiuta a crescere per cui sembra che, per essere liberi, siamo chiamati svuotare la nostra identità.
Da quando Cristo è risorto, ogni uomo ha stampato sul volto il suo nome sia che se ne accorga sia che lo rifiuti.

Don Luigi Trapelli

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Luigi Trapelli

Don Luigi Trapelli è un Sacerdote diocesano,cappellano della polizia di stato di Verona, Parroco di San Benedetto in Peschiera del Garda. Si è sempre interessato al mondo giovanile ed ha scritto a tal proposito diverse pubblicazioni. La sua passione per il teatro sacro e le arti in generale l’ha spinto a fondare l’Associazione culturale GardArt.Vive e si muove tra il Veneto,la Lombardia e la capitale dove dal 2013 è riuscito a creare una sorta di cenacolo di oltre 100 artisti, dei quali segue il percorso artistico- spirituale. Collabora con diverse testate.
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