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La trasposizione teatrale di una pellicola culto come quella scritta e diretta da Lina Wertmuller nel 1974 è un evento davvero ben riuscito grazie alla sapienza di Marcello Cotugno.
Il regista infatti convince la platea del Teatro Quirino di Roma, insieme ai due protagonisti, Euridice Axen e Giuseppe Zeno, proiettandoli prima sulla famosa goletta e successivamente sull’isola dell’amore grazie al lavoro dello scenografo Roberto Crea.
Il confronto con il film che ancora oggi strega il pubblico da decenni, dunque, regge, strappando sia i sorrisi, anzi le risate, nella storica scena del gommone in mezzo al mare dove la Axen ricorda la bravura magistrale di Mariangela Melato, comunque insuperabile.
Anche Giuseppe Zeno, nonostante sia di origini partenopee, riesce nel non facile compito di emulare l’altro mostro sacro Giancarlo Giannini nei panni del mitico Gennarino Carunchio che, e sarebbe interessante capire perché, nell’adattamento che porta la firma oltre che di Cotugno anche di Irene Alison, non è siciliano bensì un immigrato nordafricano che assume un nome italiano per meglio integrarsi nel Bel Paese.
Dettagli a parte, tutti gli interpreti sono perfettamente diretti e all’altezza dei ruoli di un capolavoro di cui tutti conosciamo la trama per aver visto il film a ripetizione soprattutto nei mesi estivi. Pertanto, più che il racconto della storia, vale l’invito a godere una serata di teatro contemporaneo leggero con risvolti che tuttavia continuano ad indagare il rapporto tra uomo e donna, tra classi sociali e su come le barriere create da un contesto di sovrastrutture sedimentate e calcificate nel tempo si possano travalicare in nome dell’amore puro.
Al Teatro Quirino fino al 3 dicembre prossimo.
Info: www.teatroquirino.it
