Intervista di Alma Manera ad Anna Fusco

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Ci sono diversi modi di vivere ed uno credo fra i più belli è quello di poter conoscere più da vicino l’umanità, riuscendo ad incontrare e svelare storie di vita come quella di Anna Fusco e confermare che ogni vita sia un romanzo bellissimo da scoprire.

Anna è una giovane donna dalle mille sorprese e abilità! Nata senza la mano e l’avambraccio sinistri. I medici non le hanno mai saputo dare una spiegazione. Ha imparato ad affrontare la vita “in un mondo fatto per due mani, con una sola” – come lei stessa afferma – “Lei innamorata della vita; mi piace iniziare a raccontarla attraverso le sue stesse parole:

“I miei genitori mi hanno sempre messa davanti agli specchi sin da piccola, dicendomi cosa potevo fare, e cosa non, fin da subito. Non ho mai avuto la possibilità di vivere anche parte della mia vita da persona “normale”.  Sin da piccola sono sempre andata in giro con la consapevolezza di essere sottoposta costantemente al giudizio altrui. Tendevo a nascondermi, ero in sovrappeso e le persone che mi amano mi dicevano che se vedi il problema, lo vedranno anche gli altri.

In seguito capii che avevano ragione. Sono caduta più volte nella mia vita ma mi sono sempre rialzata e sempre più forte di prima. Quando con una patologia del genere ci nasci, può rimanere latente, e ti trovi a sbatterci la testa in più fasi della vita. Lo stato mi ha concesso ben poco. Ho sempre dovuto lottare per ottenere i miei diritti, non riuscendoci sempre ma senza mai scoraggiarmi. Ho imparato a suonare il pianoforte utilizzando la protesi. Ho partecipato a concorsi canori tra cui “Area Sanremo” ed ho anche partecipato, per la prima volta al concorso di Miss Italia 2014 classificandomi in finale regionale (indossando la protesi). Arrivai sino in finale regionale sia nel 2014 che nel 2018. Diventando la prima miss senza un braccio in concorso.

Lo Stato mi ha sempre “concesso” la protesi però era brutta, pesante, molto più pesante del mio bracco destro, e mi ha portato tanti problemi alla schiena e alla postura. Non avendo i mezzi per permettermi quella leggera ed estetica ho dovuto rinunciare ad indossarla. La utilizzavo solo durante le mie esibizioni canore o mentre recitavo,subendo dolore all’arto. Feci tutto questo per me, per dimostrare a me stessa che potevo farlo. Oggi, finalmente, sono riuscita ad ottenere dalla Asl la protesi estetica e leggera. Sono diventata una motivational coach per i genitori con bambini con la mia stessa patologia, per le ragazze come me, e per tutti coloro che ne hanno bisogno. Canto una e sono una ballerina di reggaeton. E svolgo nuoto paralimpico. Oggi ringrazio di essere me stessa, della persona che sono riuscita a diventare, tutto si supera, basta volerlo davvero!”

Sei una bella e giovane donna cosa sogni per il tuo futuro?

Grazie per le belle parole. Spero di diventare una cantante, una modella e una Coach affermata e che riesca a diffondere il mio messaggio di positività ed integrazione il più possibile. Il mio lavoro da modella e da Coach, il mio volontariato come testimonial nelle scuole e nelle associazioni di cui faccio parte, sono tutte attività finalizzate all’integrazione delle persone con disabilità, ed è questo ciò che voglio: fare delle mie priorità il mio lavoro e continuare ad essere d’esempio e portavoce di chi è come me. E’questa la mia scoperta, la mia felicità!

Stiamo attraversando una emergenza sanitaria che ha solo un precedente di almeno cento anni fa,come stai trascorrendo le tue giornate?

Trascorro le mie giornate cucinando. Amo molto cucinare in special modo i dolci! Il pomeriggio mi alleno facendo esercizio fisico in casa. Il resto del tempo lo passo studiando per aumentare le mie competenze di Coach professionista ed aiutare così gli altri. Penso che il periodo di quarantena che stiamo vivendo debba essere colto come un’opportunità per prendere tempo esclusivamente per noi, per pensare, per fare un punto sulla nostra vita, per rilassarci, per dedicare tempo ai nostri cari, che a causa degli impegni della nostra routine non riuscivamo mai a trovare, e anche per responsabilizzarci. Quando tutto si sbloccherà e si tornerà alla vita di prima, ai ritmi di prima, ci mancherà un pò la “possibilità” di fare tutto questo. Credo sia una delle cose che ‘rimpiangeremo’ della quarantena. Una clausura forzata che, però, ci ha anche insegnato il valore di ogni singolo giorno.

Ricordiamoci sempre che ci sono persone che hanno lottato e che lottano per noi ogni giorno, senza poter avere la “possibilità” di stare a casa a rilassarsi e di vedere i propri cari proprio perché, ogni giorno, esposti al pericolo. Nei momenti in cui ci sentiamo tristi e sentiamo di dover uscire di casa necessariamente, è a loro che dobbiamo pensare oltre che a tutelare noi e i nostri cari. A volte commettiamo l’errore di prendere le cose con superficialità pensando “a noi non può succedere” ma siamo tutti ugualmente fragili e le cose possono accadere a chiunque.

La tua partecipazione al celebre concorso Miss Italia che esperienza ti ha donato?

Ho partecipato al concorso ben 2 volte sia nel 2014, utilizzando la protesi al braccio sinistro, che nel 2018 senza protesi, e qualificandomi in entrambi gli anni in finale regionale. Nel 2014 chiesi allo staff del Lazio se pur avendo una protesi, potessi partecipare al concorso e mi risposero di sì senza esitazione. Fu una grande conquista per me stessa sfilare davanti a tutti con una così evidente disabilità. Sono stata la prima ragazza, già nel 2014, a partecipare al concorso di Miss Italia con una protesi ad un arto e, mi sento di poter dire di aver aperto le menti, alle persone come me che, magari, avrebbero voluto partecipare ma non osavano farlo. La seconda volta, nel 2018, ho ripartecipato ed inizialmente indossando la protesi. Poi ho deciso di toglierla per sentirmi libera e me stessa anche perché questa sono io e non me ne vergogno. Anche stavolta sono giunta nuovamente in finale regionale. Questa è stata una grande rivincita per me stessa, per gli altri, e per tutte le persone come me. Lo staff di Miss Italia Lazio mi disse che potevo sfilare così come mi sentivo di fare, con o senza la protesi. Bellissimo sentire questo! Credo che ognuno di noi debba poter scegliere se indossare la protesi o meno. Nel mio caso ho scelto di non farlo perché mi sento autonoma e felice così. Porto la teoria che ognuno di noi è unico e non deve aver paura di mostrarsi per ciò che è.

Viviamo un momento storico delicato,se avessi il potere di decidere strategie risolutive per la nostra Italia,cosa faresti? quali sarebbero le priorità?

La priorità a mio parere è la salute e l’economia della popolazione. Ci sono persone che ad oggi non possono mandare avanti le loro attività e sono senza cibo e stipendio, persone sole che non hanno alcun sostegno nateriale né morale. Sono loro la priorità. Mi occuperei di tutti i sussidi possibili per chi è senza un lavoro e/o con attività che hanno dovuto chiudere. Di coloro che hanno perso il lavoro per via del Covid. Aumenterei gli impiegati dell’INPS per far sì che tutti i sussidi arrivino puntuali. Darei a infermiari, medici, forze dell’ordine, e a tutti coloro che stanno lavorando per noi, e subendo per noi, un incentivo economico in più. Soprattutto aiuterei le persone con disabilità che ad oggi hanno sussidi minimi e alle altre che non hanno neanche quelli. Le persone con disabilità nel nuovo decreto purtroppo non sono state considerate.

Vuoi lanciare un messaggio positivo a chi ci sta leggendo?

La vita ti pone gli ostacoli, i limiti li poni tu.
Non nasconderti mai, tu sei così, sei nato così, non hai bisogno di coprirti, sii autonomo con il tuo corpo perchè ognuno di noi è unico e non deve avere paura di mostrarsi per ciò che è.

di Alma Manera

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