@OffOffTheatre #offofftheatre #LaMite
Amo andare al cinema a teatro e non vedo l’ora di emozionarmi ed applaudire i miei colleghi, riconoscendone le qualità.
Pur calcando ancora le scene, non riuscendo a spegnere il fuoco sacro della vocazione artistica, ho voluto comunque affinare anche il mio spirito di osservatrice e quindi raccontare ciò che di positivo riesco ad incontrare e non vedo l’ora come in questo caso di scriverne.
Liberamente tratto dall’opera letteraria di Fedor Dostoevskij, debutta in prima nazionale all’OffOff Theatre, fino al 9 gennaio 2020, lo spettacolo “La Mite”, un riadattamento firmato da Rossana Banti e Raffaella Mattioli, che ne cura la regia e le coreografie.
Gli interpreti Leonardo Sbragia e Giorgia Di Cristofalo convincono e danno ognuno nella sua forma d’arte espressività, intensità e significato al testo, alla scena e a allo sviluppo della storia.
Immaginate un uomo, accanto al quale giace, stesa su di un tavolo, la moglie suicida che qualche ora prima si è gettata dalla finestra.L’uomo è sgomento e ancora non gli è riuscito di raccogliere i propri pensieri…Ecco,parla da solo, racconta la vicenda, la chiarisce a se stesso”
Un monito oggi a quelle coppie che non comunicano e che fanno del silenzio (non quello dettato da ragione e pudore) una lenta tortura che uccide e che porta all’esasperata solitudine, trasformandosi così in isole di un universo atarassico,gioco tra vittima e carnefice e viceversa. La vicenda a tratti è avvolta da un non-sense assoluto. Che porta forse solo alla fine il protagonista ad un unica consapevolezza: non aver riconosciuto la natura della sua sposa, governato dal suo egoismo senza riuscire a comprendere l’anima della giovane.
Il teatro danza di una carismatica Giorgia Di Cristofalo si mescola alle parole, strappando più volte l’applauso della rispettosa platea che quasi non respira per non rompere il filo narrativo e non spezzare il dialogo tra il corpo e la voce dei due protagonisti. Sorprende positivamente la scelta delle musiche: Bach, Led Zeppelin, Maria Teresa Vera, Vivaldi, Radiohead, René Aubry, Alexandra Strelinsky.
Un “monologo non monologo’’ o meglio un pas des duex emotivo e affascinante che rende l’idea e la concretizza in qualità fin dalla sua prima rappresentazione, confermando una stagione con un cartellone interessante e alternativo, frutto di scelte artistiche vincenti.
OffOff Theatre si afferma punto di riferimento di un pubblico attento, affezionato e raffinato. Nel momento storico che attraversiamo, in cui i teatri e il mondo della arti soffrono, il coraggioso sforzo produttivo di questa nuova realtà si spera venga premiato ancor di più.
di Alma Manera