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Torna a distanza di otto anni, sul palco del Teatro Brancaccio di Roma, il musical Sister Act nella versione originale italiana rivisitata, corretta ma non per questo meno coinvolgente.
Lo show registra il tutto esaurito ed ancora una volta scatena i fans di Suor Maria Claretta alias Deloris Van Cartier, la cantante svitata interpretata da Gloria Enchill e diretta insieme a tutto il cast da una bravissima Chiara Noschese la quale si conferma artista competente e di successo anche giù dal palcoscenico.
Due ore travolgenti dove oltre alla musica di Alan Menken spiccano i costumi scintillanti di Ivan Stefanutti che illuminano tutta la scena a partire dal secondo tempo.
Il Brancaccio si conferma a tutti gli effetti la casa del musical capitolino, ha debuttato con lo show CABARET, interpretato e diretto da uno strabiliante Arturo Brachetti il quale non ha negato al suo pubblico più di un cambio di costume nonostante lo spettacolo non fosse il suo classico. Chiara Noschese invece tornerà a calcare le scene del teatro di via Merulana con CHICAGO a fine novembre.
Tornando a Sister Act, che ovviamente è basato sulla versione cinematografica della Touchstone Pictures scritto da Joseph Howard e interpretato dalla mitica Whoopy Goldberg nel 1992, nessuno alla fine della première si è visto uscire dal teatro con il broncio. La storia ma soprattutto i personaggi, certe suore comprotagoniste hanno battute esilaranti, non lasciano spazio alla malinconia e regalano una spensieratezza più che mai necessaria di questi tempi. Il musical come terapia dunque, invece di pagare cara un’ora con lo psicologo, molto meglio spendere la metà per il doppio di intrattenimento gioioso.
La storia la conosciamo quasi tutti, è quella di una cantante che ritrovandosi malauguratamente ad essere testimone oculare di un omicidio è costretta a nascondersi per non essere giustiziata a sua volta dagli assassini. Nella piccola cittadina dove tutti si conoscono, il capo della polizia locale, innamorato della protagonista dai tempi della scuola, decide di trovarle rifugio nel convento di suore di clausura.
Ovviamente una showgirl un po’ fuori dagli schemi non può che creare scompiglio in un luogo di preghiera e obbedienza. Sarà la sua dote musicale a collocarla tra le recluse in un ruolo che le permetterà di essere accolta senza destare troppi sospetti.
Tuttavia la verità sulla sua identità salirà a galla e da quel momento sarà tutto un susseguirsi di eventi e accadimenti che stravolgeranno oltre alla pacifica esistenza conventuale anche quella di Deloris accompagnandola verso un lieto fine che non svelerò per chi questa vicenda ancora non ha avuto la fortuna di godersela e a cui auguro di vederla a Roma fino al prossimo 26 novembre.
