SOSTENERE OGNI AZIONE PER AUMENTARE L’OCCUPAZIONE FEMMINILE

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CONFASSOCIAZIONI, in occasione della Giornata Internazionale della Donna, ha voluto organizzare lo scorso 7 marzo un evento fuori dai consueti schemi che caratterizzano le celebrazioni della giornata.

La scelta della Confederazione delle Associazioni Professionali, è stata quella di analizzare in un convegno da titolo “Lavoro, rappresentanza e welfare: la voce delle donne” tutte le problematiche, ma non meno anche le soluzioni che interessano il mondo femminile.

“Un’attenta analisi a più voci che ho fortemente voluto che si tenesse in un luogo istituzionale quale la sala Capitolare del Senato della Repubblica per chiedere la massima attenzione sui temi trattati proprio al mondo della politica – ha voluto sottolineare Federica De Pasquale, Vicepresidente nazionale di CONFASSOCIAZIONI con delega alle Pari Opportunità che ha moderato il convegno . Oggi , la priorità per la maggior parte delle donne è sicuramente quella di avere un’attività lavorativa adeguatamente remunerata così come un sistema di welfare capace di rispondere a tutte le loro esigenze di mamme e donne in carriera. Siamo chiamate ad affrontare tanti ruoli nella società odierna – ha precisato Federica De Pasquale – e a farci carico di molte responsabilità, ma il nostro Paese non rappresenta ancora una nazione in cui le donne possono, soprattutto dal punto di vista occupazionale, sentirsi pienamente soddisfatte. I dati e gli esempi esposti dalle competenti relatrici che mi hanno affiancata e che ringrazio, lo hanno dimostrato chiaramente. Le numerose criticità emerse mi hanno spinta a proporre che questo evento di CONFASSOCIAZIONI diventi un appuntamento di confronto annuale e sono contenta che sia stata accolta favorevolmente”.

Il convegno si è aperto con l’Inno Nazionale, intonato dal soprano Alma Manera che è anche Vice Presidente di CONFASSOCIAZIONI Spettacolo Cinema Teatro con delega al Sistema Musica.

Ad aprire i lavori è stato poi il Vice Presidente vicario del Senato, il senatore Gianmarco Centinaio, che ha focalizzato il suo intervento sulla necessità che si arrivi ad una visione della sociètà in cui non vi sia più alcuna limitazione alle attività ed ai ruoli apicali ai quali può aspirare una donna, considerando che sempre più spesso le competenze e la professionalità di quest’ultime sono sempre più rispondenti alle esigenze del mercato del lavoro. “Etichettare le donne come il ‘sesso debole’, fragili e delicate, oggi non ha alcun senso – ha voluto rimarcare più volte il Vicepresidente Centinaio – dato che si impegnano nel lavoro e nella carriera al pari o meglio di tanti uomini. Ѐ triste, però, pensare che ancora oggi ci sono donne che si definiscono ‘un’eccezione’ quando raggiungono incarichi di prestigio”

Non hanno voluto farci mancare il loro intervento scritto anche il Ministro per le Riforme Istituzionali, la senatrice Maria Elisabetta Alberti Casellati e l’Onorevole Maria Teresa Bellucci, Vice Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali. Un attenta riflessione sui temi trattati è venuta anche da parte dell’Onorevole Deborah Bergamini e dalla Senatrice Lavinia Mennuni che hanno entrambe garantito di farsi portavoce delle proposte emerse.

Significativo il parterre delle relatrici altamente rappresentativo del mondo femminile. Infatti, alla tavola rotonda hanno preso parte tre esponenti delle Associazioni più numerose e attente al mondo del lavoro femminile: quali Lella Golfo, Presidente Nazionale della “Fondazione Marisa Bellisario”, Fiammetta Perrone, Presidente Nazionale Fidapa BPW Italy, Silvana Campisi, Presidente Nazionale Prodomed Progetto Donne del Mediterraneo.

Ad inquadrare le tematiche trattate ci hanno pensato Linda Laura Sabbadini, Direttore del Dipartimento per lo sviluppo di metodi e delle tecnologie dell’ISTAT, Adriana Bisirri, Direttore SSML Gregorio VII e Direttore SSML San Domenico ed infine Marilina Labia, Responsabile Assistenza Tecnica PA Si.Camera.

Per CONFASSOCIAZIONI, oltre alla Vicepresidente De Pasquale che ha moderato, hanno portato al tavolo dei relatori i loro autorevoli interventi il Direttore generale Adriana Apicella e il Consigliere delegato per le Relazioni Esterne Roberta Caselli. La tavola rotonda è stata chiusa dal Presidente Nazionale Angelo Deiana.

Volendo fare una breve sintesi in 10 punti del convegno, durato circa quattro ore, si può sottolineare che tra le numerose tematiche affrontate, vanno riportati dei passaggi di sicuro interesse per la collettività:

  1. ancora molte donne devono rinunciare a svolgere una professione per la quale si sono impegnate in anni di studio, perché obbligate a scegliere tra la carriera e il desiderio di formare una famiglia. Tanto che oggi il tasso di occupazione femminile arriva ad un magro 51%, diversamente da Paesi come la Germania e il Regno Unito, dove il tasso occupazionale femminile è al 75%, o alla Francia dove è al 69%;

  2. solo il 27% dei bambini di madri lavoratrici frequenta gli asili nido, come risulta dai dati ISTAT perché spesso le rette sono molto alte e le madri non trovano conveniente portarvi i loro figli; piuttosto preferiscono rinunciare al lavoro. Dati che si sono analizzati anche alla luce del rapporto BES – Benessere Equo e Sostenibile, per quanto riguarda i servizi necessari per implementare l’indice demografico italiano;

  3. il bonus babysitter istituito il 17 marzo 2020,con il cosiddetto decreto Cura Italia, non ha avuto i risultati sperati perché i requisiti per potervi accedere sono limitativi per la maggior parte delle madri;

  4. in Italia l’impiego delle donne nell’economia nazionale, a differenza di quanto accade in altri Paese, non è percepito come un’opportunità di crescita per l’intera nazionale;

  5. leggi come la Golfo-Mosca o la più recente che ha introdotto la Certificazione della Parità di Genere non devono essere viste come un puro adempimento a delle norme, ma come una risorsa che può condurre l’Italia ad un aumento di 7 punti percentuali del PIL nazionale;

  6. negli anni sono stati numerosi gli interventi a livello privato per favorire il lavoro delle donne. Ad esempio, la Fondazione Bellisario ha istituito il Premio “Donne che fanno la Differenza” che ha portato in 35 anni ad assegnare a 600 donne la Mela d’Oro. Mentre la FIDAPA BPW Italy, forte dell’esempio della sua fondatrice Maria Castellani che si laureò in matematica alla fine degli anni ’20, materia che oggi definiamo STEM, sostiene varie iniziative proprio per incentivare le giovani ragazze a scegliere lauree STEM, quelle che consentono di trovare più facilmente un impiego. Da Prodomed è stato messo in evidenza il valore aggiunto di fare rete tramite progetti rivolti all’imprenditoria femminile capaci di coinvolgere donne dei diversi Paesi Mediterraneo e di abbattere i tassi di interesse per agevolare quest’ultime ad usufruire dei finanziamenti bancari;

  7. le donne, a differenza degli uomini, hanno ancora difficoltà a fare squadra ed a lottare per un obiettivo comune come quello di difendere i propri diritti, molte sono omertose e non hanno il coraggio di farsi sentire, accettano incarichi part-time, spesso mal retribuiti o lavori in nero pur di sostenere le spese familiari;

  8. è necessario che l’INPS si adoperi per riconoscere anche alla donna lavoratrice autonoma la stessa indennità concessa alla lavoratrice dipendente quando denuncia la violenza subita e decide di intraprendere un percorso di sostegno psicologico. Non ci possono più essere “donne violentate di seie A e di serie B”;

  9. implementare i fondi previsti dalla Missione 5 del PNRR e per la certificazione della parità di genere nelle aziende, così come una più attenta applicazione, da parte delle amministrazioni pubbliche di un bilancio più attento alle esigenze delle donne, nei fatti applicare concretamente il “bilancio di genere”;

  10. agevolare in ambito lavorativo la flessibilità, l’inclusione, il welfare aziendale e la rappresentanza nei livelli apicali, come strumenti chiave per migliorare la qualità della vita delle donne.

In definitiva, se vogliamo che la parità di genere sia effettivamente applicata è necessario con tenacia dare seguito a quel famoso all’Art. 3 della nostra Costituzione, voluto fortemente non solo dai nostri patri ma anche dalle nostre madri costituenti e che recita: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.

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